di Matteo Sicuro
E’ finita in gloria l’impresa difficile di Castellammare di Stabia, con i giocatori rossazzurri a saltare sotto la curva presidiata da 126 fedelissimi, che hanno affrontato col solito entusiasmo la lunga trasferta in Campania e alla fine sono stati ripagati dal Catania ancora vincente.
Non è stata una bella partita, un primo tempo che, subito dopo il pranzo, conciliava un piacevole sonnellino che solo la passione e qualche buon caffè sono riusciti a scongiurare. Ed è arrivata, ancora una volta, una vittoria. Bella perché al 92° quasi tutti stavamo per rassegnarci a un risultato di parità, equo se vogliamo per quel che si è visto in campo, ma incoerente con il percorso obbligato di chi è costretto a vincere per lottare al vertice.
Chi segue il calcio ed ha esperienza e competenza in materia sa che partite come quella di Stabia, all’insegna di un assoluto equilibrio e con rarissime occasioni da rete da una parte e dall’altra, sono destinate nella maggior parte dei casi ad uno zero a zero finale.
A meno che non si verifichi un episodio che, in qualsiasi momento, sblocchi fatalmente la partita a favore di una delle due contendenti.
La storia calcistica è piena di partite in cui grandi squadre, anche vincitrici di scudetti, nelle giornate meno favorevoli, e pur subendo il gioco di avversarie tecnicamente inferiori. riuscivano, alla fine, a trovare quella rete che pur premiandole oltre i loro meriti consentiva loro di conseguire, comunque, vittoria e punti.
Riuscendo a sfruttare una palla inattiva o la giocata del singolo fuoriclasse che, magari fino a quel momento, non aveva toccato palla. E, poiché, nel calcio non si vince ai punti ma segnando un goal in più dell’avversario, raggiungevano cinicamente l’obiettivo.
Ecco, il nostro Catania, ha dimostrato di avere nel suo organico quei “fuoriclasse” che in qualsiasi momento possono regalarti una vittoria, anche toccando un solo pallone o subentrando in corso d’opera, e che occorre, quindi, avere pazienza, insistere e crederci fino alla fine.
Questa vittoria così sofferta, e ormai quasi insperata, è ancora più bella perché tiene alto il morale, dà serenità e fa capire che anche il destino gioca dalla nostra parte.
Ci si diverte molto di più a vedere la squadra quando crea gioco, occasioni e realizza più reti ma è anche superando brillantemente questi ostacoli che si vincono i campionati.
Il Catania, comunque, non si è mai risparmiato, ha sempre lottato energicamente anche se qualcuno dei ragazzi, e questo è fisiologico, ha mostrato qualche segno di stanchezza psicofisica. Ma sono in tanti e tutti bravi i ragazzi etnei e, forse, basterà farli ruotare un po’.
Dispiace dirlo, perché crediamo in questo giocatore, ma Francesco Ripa non ha dato ancora segni concreti di ripresa e non solo perché non ha segnato. Riesce difficile pensare che un giocatore che lo scorso anno ha segnato 15 goal ed era una spina nel fianco delle difese avversarie abbia di colpo dimenticato come si gioca al calcio. Lo aspettiamo e speriamo.
Sabato prossimo ancora un derby con l’Akragas, ultima in classifica e che ha appena beccato 5 goal, in casa, dalla Fidelis Andria. Nessuna illusione, verranno a Catania a giocare la partita della vita per riscattare un campionato che. per loro, non promette nulla di buono.
Concentrazione alta, gioco da Catania e tanti goal per un’altra immancabile vittoria. Forza Catania!
Vincere così è buon segno. Significa avere c…arattere, e ciò non può mancare alle squadre vincenti